Verdi – Traviata – Mi chiamaste? Che bramate? … Qui testimon vi chiamo
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Italian lyrics
SCENA XIII
Violetta che ritorna affannata, indi Alfredo
VIOLETTA
Invitato a qui seguirmi,
Verrà desso? vorrà udirmi?
Ei verrà, ché l’odio atroce
Puote in lui più di mia voce
ALFREDO
Mi chiamaste? che bramate?
VIOLETTA
Questi luoghi abbandonate
Un periglio vi sovrasta
ALFREDO
Ah, comprendo! Basta, basta
E sì vile mi credete?
VIOLETTA
Ah no, mai
ALFREDO
Ma che temete…
VIOLETTA
Temo sempre del Barone
ALFREDO
È tra noi mortal quistione
S’ei cadrà per mano mia
Un sol colpo vi torrìa
Coll’amante il protettore
V’atterrisce tal sciagura?
VIOLETTA
Ma s’ei fosse l’uccisore?
Ecco l’unica sventura
Ch’io pavento a me fatale!
ALFREDO
La mia morte! Che ven cale?
VIOLETTA
Deh, partite, e sull’istante.
ALFREDO
Partirò, ma giura innante
Che dovunque seguirai
I miei passi
VIOLETTA
Ah, no, giammai.
ALFREDO
No! giammai!
VIOLETTA
Va’, sciagurato.
Scorda un nome ch’è infamato.
Va’ mi lascia sul momento
Di fuggirti un giuramento
Sacro io feci
ALFREDO
E chi potea?
VIOLETTA
Chi diritto pien ne avea.
ALFREDO
Fu Douphol?
VIOLETTA
con supremo sforzo
Sì.
ALFREDO
Dunque l’ami?
VIOLETTA
Ebben l’amo
ALFREDO
Corre furente alla porta e grida
Or tutti a me.
SCENA XIV
Detti, e tutti i precedenti che confusamente ritornano
TUTTI
Ne appellaste? Che volete?
ALFREDO
additando Violetta che abbattuta si appoggia al tavolino
Questa donna conoscete?
TUTTI
Chi? Violetta?
ALFREDO
Che facesse
Non sapete?
VIOLETTA
Ah, taci
TUTTI
No.
ALFREDO
Ogni suo aver tal femmina
Per amor mio sperdea
Io cieco, vile, misero,
Tutto accettar potea,
Ma è tempo ancora! tergermi
Da tanta macchia bramo
Qui testimoni vi chiamo
Che qui pagata io l’ho.
SCENA XV
Detti, ed il Signor Germont, ch’entra all’ultime parole
TUTTI
Oh, infamia orribile
Tu commettesti!
Un cor sensibile
Così uccidesti!
Di donne ignobile
Insultator,
Di qui allontanati,
Ne desti orror.
GERMONT
con dignitoso fuoco
Di sprezzo degno se stesso rende
Chi pur nell’ira la donna offende.
Dov’è mio figlio? più non lo vedo:
In te più Alfredo – trovar non so.
(Io sol fra tanti so qual virtude
Di quella misera il sen racchiude
Io so che l’ama, che gli è fedele,
Eppur, crudele, – tacer dovrò!)
ALFREDO
da sé
(Ah sì che feci! ne sento orrore.
Gelosa smania, deluso amore
Mi strazia l’alma più non ragiono.
Da lei perdono – più non avrò.
Volea fuggirla non ho potuto!
Dall’ira spinto son qui venuto!
Or che lo sdegno ho disfogato,
Me sciagurato! – rimorso n’ho.
VIOLETTA
riavendosi
Alfredo, Alfredo, di questo core
Non puoi comprendere tutto l’amore;
Tu non conosci che fino a prezzo
Del tuo disprezzo – provato io l’ho!
Ma verrà giorno in che il saprai
Com’io t’amassi confesserai
Dio dai rimorsi ti salvi allora;
Io spenta ancora – pur t’amerò.
BARONE
piano ad Alfredo
A questa donna l’atroce insulto
Qui tutti offese, ma non inulto
Fia tanto oltraggio – provar vi voglio
Che tanto orgolio – fiaccar saprò.
TUTTI
Ah, quanto peni! Ma pur fa core
Qui soffre ognuno del tuo dolore;
Fra cari amici qui sei soltanto;
Rasciuga il pianto – che t’inondò.
Verdi – Traviata – Mi chiamaste? Che bramate? … Qui testimon vi chiamo