Giunse alfin il momento
che godrò senz’affanno
in braccio all’idol mio.
Timide cure, uscite dal mio petto
A turbar non venite il mio diletto.
Oh come par che all’amoroso foco
L’amenità del loco, la terra
e il ciel risponda
come la notte i furti miei seconda.
Deh vieni non tardar oh gioia bella
vieni ove Amore per goder t’appella
finché non scenda in ciel notturna pace
finché l’aria è ancor bruna e il mondo tace.
Qui mormora il ruscel, qui scherza l’aura
che col dolce sussurro il cor ristaura
Qui ridono i fioretti e l’erba è fresca
ai piaceri d’amor qui tutto adesca
Vieni ben mio fra queste piante ascose.
Vieni vieni, ti vò la fronte incoronar di rose
“Deh, vieni, non tardar” Mozart (Le nozze di Figaro)
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